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Per una “Trento capitale”

da Patrizia Tomio | Giovedì, 26 Novembre 2009

Intervento di Patrizia Tomio all’Assemblea cittadina dell’Unione per il Trentino del 17 ottobre 2009.

“Trento capitale” è stato uno degli slogan che ha accompagnato la recente campagna elettorale dell’Unione in occasione delle elezioni comunali nel capoluogo.

Non si tratta, come potrebbe apparire, di una espressione inutilmente presuntuosa, o dell’affermazione di una pretesa superiorità di un centro rispetto alle periferie.

Credo che il senso di “Trento capitale” vada, invece, ricondotto ad altre suggestioni, che esprimono il progetto dell’Unione per il principale aggregato urbano della nostra provincia.

Innanzitutto, il riferimento ad una realtà cittadina che offre i propri servizi e potenzialità non solo ai residenti, ma anche ai soggetti che provengono dalle periferie: penso a servizi sanitari, scolastici, culturali, universitari, ecc.. Un ruolo, questo, sicuramente significativo, ma anche da gestire in maniera attenta: ricercando quel giusto equilibrio che, da un lato, non svuoti le valli dei servizi essenziali, creando effetti distorsivi (eccessivo disagio ai cittadini, incremento ingiustificato dei livelli di traffico, ecc.), ma che permetta comunque una razionalizzazione ed una maggiore efficienza nell’uso delle risorse.

D’altro canto, a mio avviso, l’impegno dell’Unione per “Trento capitale” significa prima di tutto lavorare affinché questa realtà urbana, in diversi ambiti (culturale, scientifico, di servizi, ecc.), sia sempre più modello, esempio di eccellenza anche per altre realtà.

Il mio auspicio è che l’Unione sappia impegnarsi, coerentemente con gli impegni presi in occasione delle scadenze elettorali, perché Trento sia anche capitale di vivibilità, coniugando le esigenze di servizio di una comunità più ampia con quelle di chi vive nella città.

Se Trento aspira, come può e deve aspirare, a diventare una città moderna, al passo con i tempi, aperta anche alle esperienze oltreconfine, avvantaggiata in questo anche dalla posizione geografica oltre che dalle peculiari condizioni storiche e dalla tradizione autonomistica che la caratterizza, essa deve confrontarsi anche sui temi della vivibilità e delle politiche urbane.

Ciò significa, innanzitutto, attuare politiche che garantiscano l’accessibilità ai servizi, in un’ottica complessiva che tenga conto della dislocazione delle strutture, degli orari di apertura e della compatibilità con i servizi di trasporto; semplificare l’attività amministrativa e le possibilità di accesso ai servizi, anche utilizzando strumenti informatici; concordare politiche che garantiscano la flessibilità delle prestazioni lavorative e la diversificazione degli orari, anche scolastici, per decongestionare il traffico cittadino; prestare attenzione alla collocazione delle attività produttive e commerciali sul territorio, anche a tutela dell’ambiente; migliorare la viabilità in tutti i suoi aspetti (piste ciclabili, percorsi pedonali e per automezzi); valorizzare e rendere sempre più accessibili gli spazi pubblici, per una città che sappia davvero rispondere alle esigenze delle persone, uomini e donne, che vi abitano.

Credo che Trento meriti questo sforzo e che ciascuno di noi senta profondamente la responsabilità, anche verso le generazioni future, di utilizzare al meglio le risorse disponibili per consegnare una città ancora migliore di quella che abbiamo conosciuto.

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